Via Tornabuoni tra storia, arte, curiosità e aneddoti

Dai Tornabuoni agli Strozzi: un viaggio nella vita e nei segreti delle più potenti famiglie fiorentine

Via Tornabuoni

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Una passeggiata guidata per scoprire la lunga storia di una delle strade più eleganti di Firenze: via Tornabuoni. Fra torri merlate e palazzi rinascimentali, andremo a raccontare i segreti di famiglie, personaggi e artisti tra i più noti della città.

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Passeggiando oggi in via Tornabuoni, l’elegante strada della moda e dello shopping fiorentino, non crederemmo mai che un tempo essa si trovava fuori dalle mura cittadine e che, oltretutto, lungo il suo percorso aveva il suo letto, almeno fino al XII secolo, il Mugnone, quel fiume che, dopo tante deviazioni, va oggi a buttarsi nell’Arno all’altezza del ponte all’Indiano. La visita andrà a raccontare la lunga e tormentata storia di questa strada e prenderà avvio nella piazza oggi intitolata Santa Trinita, in onore della basilica vallombrosana che vi si affaccia. Dominata al centro dalla svelta colonna archeologica di granito orientale, eretta da Cosimo I dei Medici nel lontano settembre del 1563, la piazza ci offrirà l’occasione di scoprire, tra curiosità e leggende, le vicende di alcune delle più influenti famiglie fiorentine e di raccontare l’evoluzione del gusto architettonico attraverso i suoi maestosi palazzi. Ammireremo così la facciata del palazzo Bartolini-Salimbeni, primo esempio di architettura civile del Cinquecento, progettato dallo scultore e architetto fiorentino Baccio d’Agnolo. Ci stupiranno le scritte su quel prospetto, quella sopra il portone d’ingresso “Carpere promptius quam imitari” (“E’ più facile criticare che imitare”) dettata dall’architetto stesso in risposta alle critiche mossegli per la singolarità dell’edificio; quelle sulle finestre del secondo e terzo piano, “Per non dormire”, che, riferibili a una curiosa vicenda legata all’originario proprietario del palazzo, il mercante di seta Bartolini, vennero fatte proprie, molto tempo dopo, da un poeta straordinario, Gabriele D’Annunzio. Scopriremo poi il duecentesco palazzo Buondelmonti, la cui facciata venne riprogettata intorno al 1530 da quello stesso Baccio d’Agnolo sopra citato. Quel palazzo, che ospitò l’Ariosto in suo viaggio a Firenze all’inizio del XVI secolo e, tre secoli più tardi, il Gabinetto Vieusseux, ci fornirà lo spunto per raccontare di Buondelmonte Buondelmonti, il personaggio più noto della famiglia, colui che, abbandonando sull’altare la futura sposa della casata Amidei, sarebbe stato causa della nascita dei futuri scontri tra guelfi e ghibellini. A finire volgeremo la nostra attenzione sul maestoso e merlato palazzo Spini Feroni, edificio appartenuto alla famiglia Spini fin dalla metà del 1200, più volte nei secoli ristrutturato e modificato, fino ad assumere l’aspetto fortificato attuale soltanto nell’Ottocento. All’epoca della sua costruzione, era il più grande tra i palazzi di Firenze, l’unico a poter competere con palazzo Vecchio, che venne realizzato in quegli stessi anni. E procederemo lungo la strada e, camminando con gli occhi rivolti in alto, incontreremo il palazzo Medici Tornaquinci o l’attiguo Palazzo Altoviti Sangalletti, noto per aver ospitato il “Gran Caffè Doney”, ritrovo della bella società fiorentina dal periodo di Firenze capitale fino alla seconda guerra mondiale. Fu proprio in occasione dello spostamento del Caffè dalle Cascine alla nuova sede di via Tornabuoni che il palazzo venne restaurato, da cui l’aspetto attuale: nell’occasione venne creato un grande salone centrale con quattro colonne che valsero al caffè il nome alternativo di “Caffè delle Colonne”. Dopo una sosta obbligata a Palazzo Strozzi, passeggiando tra edifici appartenuti alle più importanti famiglie fiorentine, di cui racconteremo onori, vizi e virtù, giungeremo dinanzi alla chiesa di San Michele e Gaetano. E ammirando l’eleganza barocca della struttura, ci volgeremo a osservare l’imponente palazzo Tornabuoni, costruito alla metà del XV secolo da Michelozzo e sede della prima “Accademia di Musica” nata a Firenze alla fine del Cinquecento, nonché il caratteristico palazzo Antinori, ancor oggi dimora della famiglia che lo fece edificare nel lontano XV secolo da Giuliano da Maiano.

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