Tabernacoli fiorentini tra il Duomo e Sant’Ambrogio

Sant'Ambrogio

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I tabernacoli posti agli angoli di antichi palazzi e conventi raccontano un’antica tradizione fiorentina e ancora oggi evocano noti eventi storici, leggende e protagonisti di curiose vicende.

  • La rivalità e l’amicizia tra grandi artisti
  • I festeggiamenti delle “potenze” nella Firenze rinascimentale
  • La storia cittadina illustrata attraverso le pagine di cronache e antichi diari
  • I risanamenti urbanistici attuati tra le due guerre
  • Donatello e Della Robbia, maestri della terracotta

Maggiori informazioni

Lungo il reticolo di strade che si dipana dalla piazza di Sant’Ambrogio è numerosa la presenza di antichi tabernacoli, edicole che accolgono al loro interno un’immagine sacra, spesso legata al culto della Madonna, e che ricordano una tradizione fiorentina sviluppatasi sensibilmente intorno alla metà del Duecento.

Il nostro percorso prende avvio nei pressi dell’antico convento delle Oblate che, a partire dai primi decenni del Trecento, ospitava le pie donne incaricate di assistere le inferme nelle corsie del neonato Ospedale di Santa Maria Nuova. Sulle sue alte mura sono presenti due immagini sacre, entrambe raffiguranti lo stesso soggetto, una Madonna col Bambino. La prima, su tavola, è della seconda metà del Cinquecento ed era originariamente collocata in piazza degli Strozzi, mentre la seconda è un bell’esempio di pittura controriformata ed è opera di Matteo Rosselli. La devozione popolare per questa opera si protrasse negli anni, tanto che ancora oggi all’interno della nicchia che la protegge sono visibili degli ex-voto, piccoli oggetti preziosi lasciati in segno di riconoscenza per una grazia ricevuta, probabilmente un’insperata guarigione.

E una Madonna col Bambino è la protagonista anche dell’affresco del Tabernacolo di Monteloro, che un’omonima brigata di giovani volle per abbellire la propria sede, situata nei pressi della vicina chiesa di Santa Maria di Candeli. Il tabernacolo, imponente sulla strada, era utilizzato come una vera e propria cappella esterna. In origine era infatti dotato di un altare, che veniva coperto con drappi e preziosi paramenti la prima domenica del mese e in occasione delle festività mariane. E in tali solenni ricorrenze anche l’immagine della Madonna veniva abbellita, facendole indossare una corona e un mantello! Sui capitelli in pietra serena che ornano la cornice rinascimentale sono ancora visibili gli emblemi della compagnia di Monteloro: tre monti d’oro sormontati da un’alta croce. Il tema delle brigate e delle potenze festeggianti ricorre anche nel Tabernacolo di Sant’Ambrogio, opera che Giovanni della Robbia realizzò intorno al 1525 utilizzando la tecnica della terracotta invetriata, perfezionata dalla sua famiglia. L’edicola con la figura del santo, venne commissionata dal Gran Monarca della Città Rossa, come attestato nello stemma riportato nel tondo posto al centro della mensola: le mura rosse e turrite di una città che racchiudono la semplice facciata bianca della Chiesa di Sant’Ambrogio.

Quella della Città Rossa era una delle più antiche e prestigiose potenze o signorie festeggianti della Firenze medievale e rinascimentale. In un’epoca in cui il popolo aveva poche occasioni di svago e di divertimento e riunioni e assembramenti erano ostacolati e visti con sospetto dal governo, queste compagnie goliardiche costituivano una delle poche possibilità per le frange più umili della popolazione di organizzare e partecipare a ritrovi, feste ed intrattenimenti ed emulare i comportamenti dei più ricchi. Giovani uomini del popolo si organizzavono in gruppi che arrivavano a contare anche oltre cento persone ed erano guidati da un uomo dal titolo altisonante, un “re” o un “imperatore” che governava su una zona ben precisa della città, imponendo ai suoi sudditi (gli artigiani, i bottegai e le ricche famiglie locali) il pagamento di tributi volti a finanziare i banchetti, i festeggiamenti e le eleganti divise dell’intera brigata. Le potenze potevano trasformare la città in un vero e proprio palcoscenico, allestendo scenografie per parate, giostre e “armeggerie”, scontri a cielo aperto per stabilire la supremazia sulle compagnie rivali. Semplici elmi in cartone e protezioni in matasse di lana proteggevano i contendenti durante queste terribili sassaiole cittadine.

Date disponibili

  • sabato 17 maggio 2025, ore 18.00 ∷ In loco

Dettagli

Durata della visita: 1 ora e mezzo circa
Ritrovo: 15 minuti prima, in piazza di Santa Maria Nuova (davanti all’ospedale)
Costo della visita guidata: € 15,00
Pagamento: in loco

Cosa è incluso nel costo della vista guidata:

  • Conduzione guidata
  • Noleggio del sistema radio auricolare qualora previsto
  • Tessera e bollino abstrART, che permettono l’accumulo di bonus per ottenere una visita guidata gratuita a scelta

Prenotazione obbligatoria fino a esaurimento posti disponibili.
Tutte le visite saranno condotte da storici dell’arte e architetti abilitati all’esercizio della professione di guida turistica.
Le visite saranno attivate solo ove si raggiunga un numero minimo di 8 partecipanti.
Date, orari e costi di ingresso delle visite, strettamente riservate ai nostri soci, potranno subire variazioni in ragione di eventi straordinari non dipendenti dall’associazione (modulo di iscrizione all’associazione).

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