Santa Maria Maddalena dei Pazzi
Un gioiello nascosto lungo il percorso di Borgo Pinti

In evidenza
Una visita per conoscere la storia, l’architettura e le grandi opere eseguite per un antico convento fiorentino. Attraverso le sue numerose trasformazioni, andremo a raccontare un luogo meno conosciuto della città.
- La storia di Santa Maria Maddalena dei Pazzi
- L’elegante quadriportico di Giuliano da Sangallo
- La Cappella del Giglio con gli affreschi di Bernardino Poccetti
- Il barocco romano a Firenze
- Opere di Luca Giordano
Maggiori informazioni
Sul tratto che da Borgo Pinti sfocia in via della Colonna, si apre un grande portone che dà accesso a un inaspettato gioiello architettonico: l’elegante quadriportico che secondo Giorgio Vasari fu la prima prova in architettura di Giuliano da Sangallo.
Nell’ultimo quarto del Quattrocento si aprì infatti una grande stagione di restauri che coinvolse un antico complesso conventuale, passato allora in mano ai monaci cistercensi, che lo vollero intitolato a Santa Maria al Cestello.
Grazie ai finanziamenti delle più facoltose famiglie della zona, in particolare di Bartolomeo Scala, uomo che aveva saputo ritagliarsi un ruolo importante nella vita politica e culturale della Firenze del tempo, qui lavorarono alcuni tra i più importanti maestri del Rinascimento: Domenico Ghirlandaio, Pietro Perugino e Sandro Botticelli.
Testimonianza di questa felice stagione di lavori è la Cappella del Giglio che ancora oggi si affaccia sul quadriportico. I Cistercensi la vollero come luogo di preghiera riservato alle donne, che non avevano il permesso di accedere alla chiesa. La cappella venne poi decorata nel XVI secolo, quando Nereo Neri, medico personale del granduca Francesco I de’ Medici, ne ottenne il patronato e incaricò Bernardino Poccetti e altri pittori di affrescarne la volta e di realizzare la tavola da porre sull’altare.
Superato il portico di accesso, la nostra visita proseguirà all’interno della chiesa che nella sua struttura e nella ricca varietà degli ornati, ancora ci ricorda l’intervento del Sangallo.
Sollevando lo sguardo rimarremo invece incantati dalla scenografica “quadratura” del soffitto, opera di Jacopo Chiavistelli. Come in una scenografia teatrale, qui il pittore è riuscito a dilatare illusionisticamente lo spazio reale della chiesa, grazie alla finta architettura sapientemente rappresentata in arditi scorci prospettici, oltre la quale è raffigurata la Gloria di Santa Maria Maddalena de’ Pazzi.
Questa santa fiorentina è il motivo di un’altra stagione decorativa fondamentale per la nostra chiesa. Nel 1628, papa Urbano VIII Barberini aveva disposto una sorta di scambio tra ordini religiosi, così da accontentare le richieste di una sua nipote, suora carmelitana nel convento di Santa Maria degli Angeli a San Frediano. Questo convento, a pochi passi dall’Arno e quindi molto umido, era luogo troppo poco salubre per sua nipote. Fu così che il Pontefice prese la decisione di spostare i Cistercensi dall’altra parte del fiume, nel complesso che da quel momento prese il nome di Cestello, e di destinare le Carmelitane a Borgo Pinti.
La nuova comunità religiosa portò con sé non solo la dedicazione a Santa Maria degli Angeli ma anche le spoglie mortali di una loro consorella morta pochi anni prima, Maria Maddalena dei Pazzi, figura chiave della spiritualità fiorentina del Seicento.
La monaca, nota per le sue visioni estatiche, era stata beatificata dallo stesso Urbano VIII nel 1621 ma il complesso conventuale le fu intitolato solamente nel 1669, anno della sua beatificazione.
La canonizzazione della religiosa offrì al granduca Cosimo III de’ Medici l’occasione di legare il suo nome a una delle più importanti imprese architettoniche e decorative del Seicento fiorentino: la realizzazione della cappella maggiore dedicata, appunto, a Santa Maria Maddalena dei Pazzi. Questo scrigno prezioso in cui scultura, architettura e pittura si fondono in un tutt’uno, è uno dei più begli esempi di gusto barocco che è possibile ammirare a Firenze.
Date disponibili
- sabato 30 settembre 2023, ore 15.30 ∷ In loco
Dettagli
Durata della visita: 1 ora e mezzo circa
Ritrovo: 15 minuti prima in borgo Pinti, n. 58
Costo della visita guidata: € 15,00
Pagamento: in contanti, in loco
Cosa è incluso nel costo della vista guidata:
- Conduzione guidata
- Noleggio del sistema radioauricolare
- Tessera e bollino abstrART, che permettono l’accumulo di bonus per ottenere una visita guidata gratuita a scelta
Prenotazione obbligatoria fino a esaurimento posti disponibili.
Tutte le visite saranno condotte da storici dell’arte e architetti abilitati all’esercizio della professione di guida turistica.
Le visite saranno attivate solo ove si raggiunga un numero minimo di 8 partecipanti.
Date, orari e costi di ingresso delle visite, strettamente riservate ai nostri soci, potranno subire variazioni in ragione di eventi straordinari non dipendenti dall’associazione (modulo di iscrizione all’associazione).