La Badia fiorentina e il chiostro degli aranci
Quell’antica abbazia benedettina scrigno di preziosi capolavori
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Una visita alla scoperta della Badia fiorentina e dei suoi tesori inestimabili. Tra illustri monumenti sepolcrali e gli affreschi del Chiostro degli aranci, andremo a raccontare uno dei luoghi di culto più antichi della città.
- La storia di Firenze tra il Medioevo e il Rinascimento
- Il chiostro degli Aranci di Bernardo Rossellino
- Un ciclo di affreschi dedicato a San Benedetto
- L’Apparizione della Vergine a san Bernardo di Filippino Lippi
- I monumenti sepolcrali di Mino da Fiesole
Maggiori informazioni
Situata nel cuore del centro storico, davanti al palazzo del Bargello, la Badia fiorentina è uno degli edifici di culto più antichi della città. Fondata allo scadere del X secolo dalla marchesa Willa sul luogo di una chiesetta dedicata a Santo Stefano, la nuova Abbazia benedettina (da cui Badia) crebbe subito di dimensioni e di fedeli, grazie anche – e forse soprattutto – alle generosissime donazioni da parte del figlio della marchesa, Ugo che, con la sua larga munificenza, riuscì ad oscurare la memoria della madre, rimanendo, nel ricordo dei fiorentini, il fondatore a tutti gli effetti della chiesa, del cenobio e delle opere annesse.
La visita prenderà avvio dalla bizzarra vicenda dell’orientamento della chiesa. Questa infatti fu oggetto di una prima grande trasformazione a partire dal 1284: in quell’anno Arnolfo di Cambio, il celeberrimo e futuro architetto di Palazzo Vecchio, di Santa Maria del Fiore e di Santa Croce, mise mano ai lavori di ammodernamento della Badia, con il conseguente spostamento della parte absidale verso est, ovvero verso il palazzo del Bargello. Ancora oggi, ponendoci in via del Proconsolo, sono chiaramente visibili i profili delle finestre gotiche, ormai cieche e la parete absidale esterna.
All’interno, la chiesa doveva essere divisa in tre navate, con la zona presbiteriale leggermente rialzata: aveva un pavimento in materiale ceramico colorato, più antico di quello odierno del Battistero, di cui è stata trovata traccia e si era iniziato a decorare le sue pareti ad affresco, affidandone la direzione a Giotto. Al di là di qualche trasformazione nel Quattrocento, compreso l’ingresso da via del Proconsolo ad opera di Benedetto da Rovezzano per commissione della famiglia Pandolfini, la chiesa rimase con questo suo impianto fino agli anni venti del Seicento, quando, per volere dell’abate senese Serafino Casolani, si decise di trasformare completamente la chiesa arnolfiana, mutando nuovamente e definitivamente l’orientamento della zona absidale, ora posta a sud in direzione dell’Arno, e realizzando un tempio a croce greca. A chiusura dei lavori, intorno al 1670, la chiesa assunse l’aspetto che ancora oggi vediamo.
Entrando al suo interno, rimarremo colpiti dall’eleganza e dalla chiarezza architettonica dell’ambiente. Davanti all’ingresso, sopra una breve scalinata troviamo l’altare, una semplice mensa in pietra serena, sormontata da una moderna croce in legno dipinto, in stile bizantino. Dietro, un magnifico arco trionfale che introduce al coro. Di fianco invece due cappelle che ospitano le tele della Pentecoste di Mirabello Cavalori e della Salita al Calvario di Giovan Battista Naldini. Sulla parete a sinistra dell’entrata un bel dipinto di Filippino Lippi, raffigurante La Madonna che appare a San Bernardo, un’opera commissionata da Piero di Francesco del Pugliese e destinata originariamente alla chiesa di Santa Maria del Santo Sepolcro, ma qui condotta nel 1530 per salvarla dai danni dell’assedio di Firenze. Sulla parete opposta il Monumento funebre a Ugo di Toscana di Mino da Fiesole, sormontato da una grande cantoria nella quale è inserita l’Assunzione della Vergine di Giorgio Vasari.
Dal braccio ovest si accede al chiostro degli Aranci, così denominato da quegli agrumi che vi vennero piantati fin dall’antico. Fu realizzato per volere di un celebre umanista fiorentino negli anni trenta del Quattrocento su progetto di Bernardo Rossellino. Formato da due porticati sovrapposti ad archi ribassati su colonne in pietra serena con capitelli ionici, esso ospita ancora oggi uno dei cicli pittorici meglio conservati a Firenze dedicati alle Storie di San Benedetto.
Date disponibili
- lunedì 13 gennaio 2025, ore 15.00 ∷ In loco
Dettagli
Durata della visita: 1 ora e mezzo circa
Ritrovo: 15 minuti prima, in via del Proconsolo (all’altezza di via Ghibellina)
Costo della visita guidata: € 15,00
Pagamento: in loco
Cosa è incluso nel costo della vista guidata:
- Conduzione guidata
- Noleggio del sistema radio auricolare qualora previsto
- Tessera e bollino abstrART, che permettono l’accumulo di bonus per ottenere una visita guidata gratuita a scelta
Cosa è escluso dal costo della visita guidata:
- Contributo di ingresso alla Badia: € 3,00 (totale visita guidata + contributo d’ingresso € 18,00)
Prenotazione obbligatoria fino a esaurimento posti disponibili.
Tutte le visite saranno condotte da storici dell’arte e architetti abilitati all’esercizio della professione di guida turistica.
Le visite saranno attivate solo ove si raggiunga un numero minimo di 8 partecipanti.
Date, orari e costi di ingresso delle visite, strettamente riservate ai nostri soci, potranno subire variazioni in ragione di eventi straordinari non dipendenti dall’associazione (modulo di iscrizione all’associazione).