Tra storia e leggenda: la chiesa dei Santi Apostoli

L’antica chiesa romanica che nel Quattrocento servì da modello a Filippo Brunelleschi

Santi Apostoli

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La chiesa dei Santi Apostoli, una delle più suggestive di Firenze, è legata ad antiche leggende e curiosi aneddoti. L’interno, con le sue misurate forme architettoniche, fece da modello a Filippo Brunelleschi.

  • Un gioiello dell’archiettura romanica
  • Un’importante reliquia: le pietre del Santo Sepolcro
  • Le mirabili sculture cinquecentesche di Benedetto da Rovezzano
  • Il Tabernacolo del Santissimo Sacramento di Giovanni della Robbia
  • L’Allegoria dell’immacolata concezione di Giorgio Vasari

Maggiori informazioni

Una lapide collocata sulla semplice facciata in pietra ne fa risalire la fondazione all’anno 805 per volontà di Carlo Magno e alla presenza dei suoi paladini e della sua corte, ma questa è solo una leggenda! La verità è che che l’edificio venne realizzato nell’XI secolo in stile romanico fiorentino, in una zona che allora era esterna alle mura cittadine, lungo il tracciato dell’antica via Cassia, corrispondente all’attuale borgo Santi Apostoli, che dalla chiesa prende il nome.

Ancorché piccola (è) di bellissima maniera; (…) i fusi delle colonne (…) hanno molta grazia, e sono condotti con bella misura i capitelli ancora, e gli archi girati per le volticciuole delle due piccole navate mostrano che in Toscana era rimasto, ovvero risorto qualche buon Artefice (…). Pippo di Ser Brunellesco non si sdegnò di servirsene per modello nel fare la Chiesa di S. Sapirito, e quella di S. Lorenzo (…). (È) opera di tanto buona maniera, che tira alla vera bontà antica, avendo (…) tutte le colonne di pezzi murate, e commesse con tanta diligentia, che si può molto imparare a considerarle in tutte le sue parti”. Così Giorgio Vasari, la descrive nelle sue Vite, mettendola in relazione con le chiese che Brunelleschi realizzò nel Rinascimento.

Varcando il bel portale in marmo bianco e nero, realizzato nel Cinquecento da Benedetto da Rovezzano, scopriremo un interno semplice ed essenziale, in cui le murature in pietra definiscono una pianta a tre navate di cui quella centrale è absidata. La poca luce naturale che entra dalle piccole finestre sarà appena sufficiente per permetterci di osservare la presenza di alcuni elementi marmo (memoria del mondo antico), e apparirà evidente come le cappelle laterali siano delle aggiunte successive alla costruzione della chiesa, realizzate tra il XV e il XVI secolo da alcune delle principali famiglie della zona.

Una volta entrati ci soffermeremo su alcune significative testimonianze di grandi artisti e di artefici della storia fiorentina, tra i quali non mancheremo di ricordare Bindo Altoviti, banchiere antimediceo, e suo figlio Antonio che fu arcivescovo di Firenze tra il 1548 e il 1573.

Tappa obbligata della visita sarà una reliquia conservatra entro una nicchia posta all’inizio della navata sinistra dove, all’interno di un braciere in argento e rame dorato, sono custodite alcune schegge di pietra provenienti dal Santo Sepolcro. Le pietre furono portate a Firenze da Pazzino dei Pazzi di ritorno dalla prima crociata e ancora sono impiegate la mattina di Pasqua per accendere il “fuoco sacro” che poi viene portato in processione solenne a San Giovanni dove, incendiando la “colombina” danno inizio allo scoppio del carro.

Tra le opere d’arte presenti ci soffermeremo sul tabernacolo eucaristico realizzato in terracotta invetriata da Giovanni della Robbia e sull’Allegoria dell’Immacolata Concezione realizzata da Giorgio Vasari nel 1541. Restituita alla piena lettura da un recente restauro, la pala si caratterizza per una composizione estremamente articolata, ricca di personaggi dalle pose capricciose. Molto diversi ci appariranno una serie di dipinti realizzati a seguito della Controriforma e caratterizzati pertanto da chiarezza compositiva, da facile leggibilità e da compostezza dei personaggi, così come richiesto dal Concilio del Trento. Ne avremo un esempio nel San Michele che sconfigge il diavolo di Alessandro Fei o nelle opere di Tommaso Manzuoli, allievo di Andrea del Sarto, meglio noto come Maso da San Friano.

Una volta usciti, andremo a concludere la nostra visita nella piazzetta dei Del Bene dove vedremo curiosamente spuntare tra le case la parte posteriore della chiesa con l’abside semicircolare e l’adiacente campanile.

Date disponibili

  • domenica 23 novembre 2025, ore 15.45 ∷ In loco

Dettagli dell’attività riservata ai soci

  • Durata della visita: circa 1 ora e 30 minuti
  • Ritrovo: 15 minuti prima, in piazza del Limbo, davanti alla chiesa
  • Contributo per l’attività: € 15,00
  • Pagamento: in loco, il giorno dell’attività

Il contributo comprende:

  • Conduzione da parte di una guida turistica abilitata
  • Utilizzo del sistema radio auricolare, ove previsto
  • Tessera e bollino abstrART, che permettono l’accumulo di bonus per ottenere una visita guidata gratuita a scelta

Non è incluso nel contributo:

  • È gradita un’offerta a favore della parrocchia

Come partecipare:

Per partecipare alle attività è necessario essere soci dell’associazione.
Diventare soci è semplice: trovi tutte le indicazioni sulla pagina DIVENTA SOCIO.


Note importanti
Prenotazione obbligatoria, fino a esaurimento posti disponibili
L’attività sarà avviata al raggiungimento di un numero minimo di 8 partecipanti
Le date, gli orari e i costi di bigliettazione potranno subire variazioni non dipendenti dall’associazione

Ci incontriamo qui

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