La Cappella dei Pittori alla Santissima Annunziata
L’arte del Cinquecento a Firenze nella più amata basilica mariana di Firenze

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Una visita per ripercorrere la storia dell’arte fiorentina nel XVI secolo, attraverso gli affreschi e le opere che grandi artisti realizzarono per la nota Cappella dei Pittori della Santissima Annunziata.
- Una cappella da poco restaurata
- La storia della nascita dell’Accademia del Disegno
- Firenze nell’età dei Medici
- Affreschi di Pontormo, Alessandro Allori e Giorgio Vasari
- Opere degli scultori seguaci di Michelangelo Buonarroti
Maggiori informazioni
Il 25 marzo del 1250 veniva posta la prima pietra della Basilica della SS. Annunziata. Da quel momento la chiesa divenne il luogo prediletto dei fiorentini e andò arricchendosi, nel corso dei secoli, di moltissime opere d’arte.
Intorno alla metà del Cinquecento sorse la Cappella di San Luca o dei Pittori che affaccia sul Chiostro grande dell’Annunziata. La sua nascita è legata al nome del frate servita, eccellente scultore fiorentino, Giovannangelo Montorsoli. Fu costui che, negli anni cinquanta del XVI secolo, continuando la tradizione del Convento nel prestare assistenza agli artisti, diede nuova vita alla Compagnia dei Pittori, destinandole come sede questo locale che era stato, in antico, sala Capitolare dei frati.
La “Compagnia de’ pittori” o, per meglio dire, la “Compagnia del glorioso messer Santo Luca Evangelista” (loro patrono celeste), era nata nella Firenze medievale, nel lontano 1340 ed aveva visto, tra i suoi iscritti, artisti del calibro di Donatello, Ghiberti, Leonardo da Vinci e persino Michelangelo. Tuttavia alla metà del XVI secolo, essa era “quasi del tutto dismessa”. Fu il Montorsoli sopra citato che dette nuova linfa vitale alla Compagnia, proponendo di accoglierla nel capitolo del convento dei Servi di Maria con il proposito di sistemarvi la propria tomba e quelle di tutti gli artisti che non avessero ricevuto degna sepoltura. La proposta piacque e l’avello, restaurato a spese del servita, fu inaugurato nel 1562 alla presenza di quarantotto pittori, scultori e architetti che avevano avallato il progetto. Primo ad esservi sepolto fu, nel maggio di quell’anno, il Pontormo.
Entrando al suo interno, si rimarrà meravigliati dal perfetto connubio delle arti. Difatti gli affreschi, realizzati dal Vasari, Alessandro Allori, Santi di Tito e Pontormo, dialogano in maniera sublime con le dieci statue inserite entro nicchie e dedicate a personaggi del Vecchio e del Nuovo Testamento. Se i nomi degli scultori che realizzarono quelle opere non sono ancora oggi tra i più noti – Valerio Cioli, Vincenzo Danti, Zanobi Lastricati, Vincenzo Casali -, non mancherà tuttavia di colpirci la loro straordinaria capacità esecutiva.
Un luogo unico, dunque, nella Firenze del XVI secolo. Un piccolo ma prezioso scrigno che ci fornirà lo spunto per parlare anche della nascita dell’illustre Accademia delle Arti del Disegno, patrocinata da Cosimo I dei Medici e dedicata al divino maestro, Michelangelo Buonarroti.