Le Cappelle Medicee

Un viaggio nella Firenze tra Cinque e Seicento: la Sagrestia Nuova di Michelangelo Buonarroti e la Cappella dei Principi

Michelangelo, Aurora

In evidenza

Una visita alle Cappelle Medicee per raccontare gli anni difficili della Firenze d’inizio Cinquecento. Dalla Sagrestia Nuova di Michelangelo alla superba Cappella dei Principi: un viaggio nel genio fiorentino.

  • La storia della città di Firenze nel primo Cinquecento 
  • La Sagrestia Nuova di Michelangelo Buonarroti 
  • Il ‘commesso fiorentino’ nella Cappella dei Principi 
  • Le tombe di alcuni personaggi della famiglia Medici 
  • La cripta e il tesoro dei Granduchi 

Maggiori informazioni

Museo statale dal 1869, le Cappelle Medicee sono legate indissolubilmente alla chiesa di San Lorenzo, quella basilica che fu antica cattedrale della città e che divenne, con le sue nuove sembianze brunelleschiane, luogo mediceo per eccellenza. Qui si tennero le più grandi celebrazioni che riguardarono la casata e qui vennero sepolti tutti i membri appartenenti alla famiglia. 

Proprio raccontando la storia dei Medici, entreremo nel primo ambiente, la Cripta, dove, dal XVIII secolo, si trovano le sepolture di molti granduchi con le loro consorti e i figli, da Cosimo I ed Eleonora di Toledo ad Anna Maria Luisa, altrimenti nota come Elettrice Palatina.

Presentando la figura di Ferdinando I, terzo granduca di Toscana, saliremo al secondo ambiente, la Cappella dei Principi, la cui costruzione ebbe inizio all’inizio del Seicento pur terminando soltanto con i Lorena due secoli più tardi. Vero e proprio trionfo del ‘commesso fiorentino’, l’interno rivela un’architettura possente, la cui massa muraria è articolata da arretramenti e profonde cavità che si alternano ai grandi elementi di sostegno angolari. La decorazione in pietre dure (porfidi, lapislazzuli, graniti, madreperle, quarzi) riveste completamente le superfici, dal pavimento fino alle cupole delle tribune. Anche la cupola avrebbe dovuto essere decorata con la tecnica del mosaico fiorentino, ma i lavori si interruppero, tanto che essa venne terminata ad affresco da Pietro Benvenuti soltanto all’inizio dell’Ottocento.

Il mausoleo ospita i cenotafi dei Granduchi: delle sei statue in bronzo dorato che avrebbero dovuto trovare collocazione nelle nicchie, ne furono eseguite soltanto due, quella di Cosimo II e di Ferdinando I, entrambe di mano di Pietro e Ferdinando Tacca. La forma dei sarcofagi visibili nella Cappella dei Principi rimanda evidentemente alle tombe michelangiolesche che andremo ad ammirare nella vicina Sagrestia Nuova, quel luogo straordinario, perfetto connubio di architettura e scultura, che venne realizzato dal Buonarroti a partire dal 1520, su incarico di papa Leone X e del cardinale Giulio dei Medici. 

L’occasione della commissione fu il grave lutto che aveva colpito l’anno precedente l’intera famiglia al potere: la prematura scomparsa dell’erede diretto di Lorenzo il Magnifico, il giovane Lorenzo duca d’Urbino, avvenuta peraltro appena tre anni dopo la morte dell’altro erede, Giuliano duca di Nemours. Il pontefice desiderava che un degno mausoleo, celebrando la memoria dei due giovani Capitani, sancisse anche visibilmente la presenza di una vera e propria dinastia medicea a Firenze, in anni in cui la suddetta stava vivendo vicende assai turbolente. Il nuovo mausoleo avrebbe anche ospitato le tombe di Lorenzo il Magnifico, morto nel 1492 e di suo fratello Giuliano, assassinato nella congiura dei Pazzi del 1478, rispettivamente padre e zio di Leone X. 

Inizialmente si era pensato di erigere un unico monumento dove avrebbero dovuto trovare riposo tutti e quattro i personaggi. Ma ben presto questo progetto venne abbandonato a favore di due grandi tombe a parete per ciascuno dei Capitani e di una per i due Magnifici, in realtà mai terminata. E questo perché nel 1534, alla morte di papa Clemente VII, il Buonarroti lasciò definitivamente Firenze stabilendosi a Roma e lasciando la parte scultorea della cappella incompiuta. Ma a dispetto della sua incompletezza, la Sagrestia Nuova saprà davvero stupirci!

Date disponibili

  • sabato 24 giugno 2023, ore 17.00 ∷ In loco

Dettagli

  • Durata della visita: 1 ora e mezzo circa
  • Ritrovo: 15 minuti prima in piazza Madonna degli Aldobrandini, 6
  • Costo della visita guidata: € 15,00
  • Pagamento: in contanti, in loco

Cosa è incluso nel costo della vista guidata:

  • Conduzione guidata
  • Noleggio del sistema radioauricolare
  • Tessera e bollino abstrART, che permettono l’accumulo di bonus per ottenere una visita guidata gratuita a scelta

Cosa è escluso dal costo della visita guidata:

  • Biglietto di ingresso: gratuito in occasione della Festa di San Giovanni (24 giugno)

Prenotazione obbligatoria fino a esaurimento posti disponibili.
Tutte le visite saranno condotte da storici dell’arte e architetti abilitati all’esercizio della professione di guida turistica.
Le visite saranno attivate solo ove si raggiunga un numero minimo di 8 partecipanti.
Date, orari e costi di ingresso delle visite, strettamente riservate ai nostri soci, potranno subire variazioni in ragione di eventi straordinari non dipendenti dall’associazione (modulo di iscrizione all’associazione).

Ci incontriamo qui

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