Tra arte, storia e spiritualità: la Certosa del Galluzzo

Storie di vita monastica e culturale di quel secolare monastero che sorse sul Monte Acuto all’inizio del XIV secolo

Certosa del Galluzzo

In evidenza

Un viaggio indietro nel tempo alla scoperta di uno dei luoghi nei dintorni di Firenze più ricchi di storia, arte e spiritualità: la Certosa del Galluzzo.

  • Un viaggio tra il Medioevo e il Rinascimento 
  • Le lunette di Jacopo Carucci detto il Pontormo  
  • L’accesso alle celle dei monaci
  • La storia dell’Ordine certosino
  • La scoperta di illustri personaggi fiorentini 

Maggiori informazioni

Ci troviamo sul Monte Acuto, in un luogo in aperta campagna che si apriva un tempo su un piccolo borgo di case costruito sulla via Cassia che da Firenze conduceva – e conduce tutt’oggi – a Siena e Roma (il Galluzzo). Un luogo appartato e solitario, rispondente appieno a uno dei criteri fondamentali di tutte le Certose: la ricerca di solitudine per una vita contemplativa e di preghiera. 

Il complesso monastico del Galluzzo nacque intorno alla metà del XIV secolo per volontà di Niccolò Acciaioli, personaggio di spicco dell’ambiente politico ed economico del tempo. Appartenente infatti a una delle famiglie di banchieri più ricche di Firenze, Niccolò raggiunse l’apice del potere nel Regno di Napoli, dove da poco era sorta la celeberrima Certosa di San Martino. 

Prendendo esempio da quest’ultima, Niccolò diede inizio ai lavori alla nuova Certosa di Firenze che, impiegando molte delle migliori maestranze presenti allora in città, si poté dire terminata già entro la fine Trecento, pur essendo soggetta a grandi trasformazioni e ampliamenti nei secoli successivi. Come tutti i monasteri certosini, essa si compone di una chiesa centrale intorno a cui si dispongono i vari ambienti: il quartiere dei conversi, con le piccole celle affacciate su un chiostrino di fattura quattrocentesca, e quello dei monaci, i cui “appartamenti”, luoghi del loro ritiro eremitico, affacciano su uno dei chiostri più grandi della città, affrescato un tempo dalle lunette con le Storie della Passione di Cristo di Pontormo, oggi conservate nel contiguo Palazzo Acciaiuoli o Pinacoteca. 

Rimarremo affascinati dalla storia dei certosini, dalle loro abitudini e dal loro stile di vita, fatta essenzialmente di meditazione e di preghiera. Camminando nel silenzio del monastero, che mantiene ancora oggi intatta la sua spiritualità, ammireremo i fantasiosi stalli lignei della chiesa e i suoi superbi affreschi; ci soffermeremo sulle lucenti e colorate robbiane che adornano il Chiostro dei monaci e ci stupiremo della capacità ritrattistica di Francesco da Sangallo, autore del monumento tombale di Leonardo Buonafede, Priore della Certosa del Galluzzo ai tempi di Pontormo.  

Faremo insieme un viaggio indietro nel tempo per vestire i panni dei Certosini e vivere un’esperienza davvero unica, circondati da tanta storia e altrettanta arte!

Date disponibili

  • domenica 23 marzo 2025, ore 15.30 ∷ In loco

Dettagli

Durata della visita: 1 ora e mezzo circa
Ritrovo: 15 minuti prima, davanti all’ingresso della Certosa (in via Via della Certosa, 1 – Galluzzo)
Costo della visita guidata: € 15,00 escluso il contributo di ingresso alla Certosa
Pagamento: in loco

Cosa è incluso nel costo della vista guidata:

  • Conduzione guidata
  • Noleggio del sistema radio auricolare qualora previsto
  • Tessera e bollino abstrART, che permettono l’accumulo di bonus per ottenere una visita guidata gratuita a scelta

Cosa è escluso nel costo della visita guidata:

Contributo di ingresso alla Certosa: € 8,00 (totale visita guidata + contributo d’ingresso € 23,00):

Prenotazione obbligatoria fino a esaurimento posti disponibili.
Tutte le visite saranno condotte da storici dell’arte e architetti abilitati all’esercizio della professione di guida turistica.
Le visite saranno attivate solo ove si raggiunga un numero minimo di 8 partecipanti.
Date, orari e costi di ingresso delle visite, strettamente riservate ai nostri soci, potranno subire variazioni in ragione di eventi straordinari non dipendenti dall’associazione (modulo di iscrizione all’associazione).

Ci incontriamo qui

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